Disordine pragmatico (o sociale) della comunicazione: Logopedia a Trento
La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento d’anima.
La pragmatica si occupa della facoltà di utilizzare il linguaggio in modo pratico durante la conversazione e di cogliere il significato implicito di una frase o l’idea centrale di un messaggio. È la capacità di usare in maniera funzionale le regole della conversazione, mantenendo i turni e l’argomento del discorso, ponendo e rispondendo coerentemente a domande e rendendosi consapevoli di ciò che è opportuno, o meno, dire in certe circostanze.
Il disordine pragmatico della comunicazione è caratterizzato da un problema cardine nella comprensione del discorso e nell’utilizzo delle regole conversazionali, in assenza di difficoltà nella produzione verbale. Lo si considera una condizione primitiva in quanto non dipende da altre alterazioni psicopatologiche.
I segni clinici caratteristici del Disordine pragmatico della comunicazione
– deficit nell’uso della comunicazione a fini sociali;
– difficoltà a capire ciò che non viene esplicitato (ad es. idiomi, metafore, frasi umoristiche e significati la cui interpretazione dipende dal contesto);
– verbosità eccessiva;
– utilizzo di vocaboli particolari, dotti o inusuali, di frasi ritualizzate e di modi di dire;
– scarso utilizzo della mimica facciale e della gestualità non verbale o, al contrario, uso esagerato e stereotipato;
– prosodia (intonazione, ritmo, accentazione) alterata, generalmente monotona;
– ripetitività nelle domande.
Il trattamento del disordine pragmatico della comunicazione
La proposta terapeutica nell’ambito del disordine pragmatico della comunicazione, elaborata dalla dott.ssa Federica Perghem, logopedista a Trento, si focalizza in maniera prioritaria sull’abilità di comprensione e sullo sviluppo concettuale e semantico. È buona prassi prevedere attività che promuovano e incentivino la capacità di inferire i significati sulla base del contesto, fornendo al bambino strumenti di analisi e interpretazione della realtà circostante.
Concretamente, comunque, i campi specifici d’intervento vanno decisi sulla base dei risultati emersi da un’accurata valutazione e le proposte terapeutiche devono essere scelte e personalizzate in virtù delle caratteristiche peculiari di ciascun bambino.